Molte sono le fonti consultate per ricostruire le vicende raccontate in questa mostra. Tra le altre, tuttavia, alcune spiccano per particolare rilevanza: alcune pubblicazioni, edite nel Settecento, hanno fornito una messe preziosissma di informazioni.
Una importante e dettagliata testimonianza del calcio livornese la troviamo nel Viaggio in Italia del pittore e archeologo tedesco Georg Christoph Martini, una monumentale opera di 3 volumi scritta in tedesco. Nato nel 1685 a Bad Langensalza (Turingia), il Martini a partire dal 1722 visse a lungo in Italia, fino al 1745 quando morì a Lucca. Nel 1726 fu ospite di amici a Livorno, dove ebbe occasione di vedere il gioco del Calcio, durante le annuali Feste di Carnevale.
Per la Storia del Calcio Livornese è assai prezioso anche Il Giornale della città, e porto di Livorno, una sorta di diario giornaliero dei fatti accaduti a Livorno dal 1763 al 1813, compilato nell'arco di un'intera vita dal cronista Bernardo Prato (Portofino 1743, Livorno 1814), e stimato come una delle fonti più preziose e autorevoli per la Storia di Livorno fra Settecento e Ottocento.
All’interno di questa monumentale opera, suddivisa in 63 volumi, uno o due per ogni anno, a seconda della quantità di notizie riportate, si ha infatti la particolareggiata descrizione di quattro partite, di cui due disputate nel maggio 1764, e due nel maggio 1766. Nel racconto delle varie giornate, oltre le sempre presenti annotazioni dei movimenti del porto, il maggior spazio è infatti dedicato all'esposizione degli avvenimenti di maggior rilievo o più curiosi accaduti nella città, fra cui troviamo la descrizione delle partite del 1764 e del 1766.
La Stamperia Coltellini nasce nel 1762 quando l’Abate Marco Coltellini, letterato, poeta e commediografo decise di acquistare la Tipografia Fantechi di Livorno, per trasformarla nella Stamperia Coltellini. L’Abate però rimase poco tempo alla sua conduzione poiché richiamato dalle sirene della Corte Viennese, ove divenne autore di libretti per l’opera per celebri autori, come Mozart e Gluck. Dal 1764 la gestione della gestione della Tipografia passò nelle mani del cognato Giuseppe Aubert. un intellettuale d’origine francese molto vicino sia al gruppo degli scrittori “illuministi” milanesi, tra cui il forte legame con Cesare Beccaria e i fratelli Alessandro e Pietro Verri. Nonostante che la stamperia avesse “2 soli torchi e un compositore guercio”, molte furono le opere prestigiose stampate dalla tipografia Coltellini, la cui cura delle edizioni era assai notevole realizzate anche con molto coraggio, come la prima edizione di Dei Delitti e Delle Pene di Cesare Beccaria, stampato a Livorno nell’aprile del 1764, rischiano gli strali dell’Inquisizione.
Nel 1766 la Tipografia Coltellini dette alle stampe, sempre a cura di Giuseppe Aubert, l’edizione livornese del Discorso sopra il Calcio includeva per la prima volta per scritto le regole del “Calcio Livornese”, lasciando così ai posteri la forma del Calcio labronico.
Tom Brown’s School Days di Thomas Hughes è un famosissimo libro inglese per ragazzi. Pubblicato per la prima volta nell’aprile 1857, ebbe da subito un clamoroso successo, tanto da essere considerato uno dei fondatori del genere di “romanzo di formazione” nella Letteratura Inglese del XIX secolo, naturalmente insieme a David Copperfield.
Ambientato negli anni Trenta dell’Ottocento narra le vicende di Tom Brown, un ragazzo di undici anni introdotto alla scuola pubblica di Rugby, una piccola cittadina inglese, famosa al tempo per la sua scuola. Tom Brown è un libro figlio della esperienza dell’autore, Thomas Hughes, allievo di Rugby dal 1834 al 1842, anche se le gesta del protagonista si ispira alla biografia di George Hughes, fratello di Thomas.
Tom Brown è per Noi importante perché contiene al suo interno la prima descrizione di una partita di rugby della storia. Il capitolo V° di Tom Brown infatti è dedicato alla partita di football all’interno della scuola pubblica di Rugby, un racconto assai attendibile e che nei fatti diventa il primo documento da cui ricavare la forma originaria del rugby, al punto tale che gan parte della diffusione del gioco in Gran Bretagna si deve al successo editoriale del libro, che nel suo primo anno di stampa fu venduto per oltre undicimila copie, e che nel corso del XIX secolo collezionò oltre cinquanta ristampe.
Un rugby, quello descritto da Hughes, assai diverso dall’attuale ma che nei fatti ne registra la forma originaria “singolarmente” del tutto simile a quella del calcio giocato a Livorno nel 1766, un analogo gioco di lotta con la palla.