La Nazione Inglese

L’attracco della prima nave inglese, La Rondine, risale al 1573, e dopo pochi anni gli inglesi si sarebbero stabiliti in città, al punto che, secondo Cesare Ciano, “i marinai inglesi potevano mettere su casa e magari integrarsi con la turbolenta ed eterogenea popolazione locale”. In effetti, sin dal 1597 si ha notizia della presenza di una importante comunità inglese a Livorno, con la nomina dell’irlandese Capitano Raymond Dawkins, già residente nella città, in qualità di primo console della Nazione Inglese, cui pochi anni dopo subentrò l’inglese Thomas Hunt, che dal 1603 faceva parte della Cittadinanza Livornese. Nel corso dei primi decenni del ‘600 iniziarono ad aprire agenzie delle case commerciali di Londra e la città diventò meta di mercanti, armatori corsari inglesi, anello di congiunzione nei rapporti tra Londra con il Levante e l’Estremo Oriente. Nel giro di pochi anni divenne quindi la più importante delle comunità inglesi in Italia e superando per consistenza numerica quelle di Venezia, Genova e Napoli.

La comunità degli Inglesi

Dall'inizio del Seicento la Nazione Inglese conobbe una notevole crescita, diventando nel giro di pochi anni tra le più rlievanti comunità britanniche in Italia.
Un personaggio di particolare importanza nel consolidare le reti commerciali tra Livorno e la Gran Bretagna fu sicuramente sir Robert Dudley, figlio illegittimo del conte di Leicester e già generale della Corona d'Inghilterra. Entrato nel 1605 al servizio della corte dei Medici grazie alla sua abilità nelle costruzioni navali e come cartografo, come ben dimostrato dalla sua opera l'Arcano del Mare, partecipò all'organizzazione della spedizione Medicea che partì da Livorno nel 1608 alla volta del Brasile e dell’America del sud.
Come in altre città, fin da subito gli inglesi costituirono una factory, ovvero un'associazione con fini mutualistici sia commerciali che più genericamente assistenziali. Già dal 1597, inoltre, il Granduca riconosceva la validità della nomina dei consoli scelti dalla Corona britannica. Il primo fu Raymond Dawkins, a cui seguirono Thomas Hunt e Morgan Read. La composizione della Nazione si era andata nel frattempo diversificandosi, con un numero sempre maggiore di mercanti stanziati in città.
Livorno divenne quindi il principale punto di riferimento per l'English Nation, tanto da essere considerata "il porto più meridionale dell'Inghilterra".

I traffici commerciali

Nel corso dei primi decenni del ‘600 a Livorno iniziarono ad aprire agenzie delle case commerciali di Londra e la città diventò meta di navi mercantili e di corsari inglesi, anello di congiunzione nei rapporti tra Londra con il Levante e l’Estremo Oriente. Dall’Inghilterra arrivavano a Livorno principalmente: pesce salato, panni, piombo, pepe stagno, salmone e zucchero, e viceversa nel porto toscano giungevano merci che venivano immesse nel mercato inglese. Gli inglesi svolgevano un ruolo importante per il commercio, perché collegavano la Toscana direttamente con l’Inghilterra e con altri lontani mercati, come ad esempio con la Russia, con la quale gestivano il commercio del caviale.

Prodotti inglesi venivano del resto venduti anche da negozianti livornesi. Di particolare importanza fu ad esempio il Negozio di Giacinto Micali e figlio in Livorno. Aperto nel 1762, Micali si era specializzato inizialmente nella produzione di sculture in marmo, sviluppando una rete commerciale tra Carrara, l’Europa e gli Stati Uniti. Sviluppò presto rapporti commerciali diretti e numerosi con gli Inglesi, come attestato sia dai documenti relativi ai carichi in arrivo a Livorno, sia dai cataloghi di vendita, che contenevano la descrizione e gli elenchi degli oggetti del Negozio. Tra questi si trovano, ad esempio, "assortimenti di Vasi, e Bricchi per caffè, thè, Cioccolata, e da Brodo, Zuccheriere, Mantechiere, Tazze per Bol da Poncio, Catinelle con suoi mesci d’acqua da lavar le mani, Vasi per fiori, Pentole,Tegami per cuocere al fuoco le vivande, Porta ovi da bere, ed altri pezzi di grandissimo uso….” provenienti dall'Inghilterra.

Il cimitero degli Inglesi

Il vecchio cimitero degli Inglesi fu costruito intorno al 1643 fuori delle mura cittadine in località detta Fondo Magno, nell’attuale via Verdi, in un terreno donato dal Granduca Ferdinando II de’ Medici alla comunità inglese. Inizialmente, come tutti i cimiteri acattolici della città, non fu recintato per scongiurare la celebrazione di riti religiosi proibiti. Soltanto nel 1746 la Nazione inglese ottenne l’autorizzazione a costruire un muro, che doveva comunque essere abbastanza basso per avere la visione di quello che accadeva all’interno. Rimase in uso fino al 1839, quando fu costruito un nuovo cimitero fuori delle mura cittadine, e ad oggi è considerato il più antico cimitero inglese-protestante d'Italia ancora esistente.

Vi furono sepolte alcune personalità illustri, come ad esempio: Tobia Smollett, romanziere scozzese morto nel 1771; James Partridge, importante mercante e cultore di scienze lettere ed arti; il reverendo Thomas Hall, cappellano della Nazione inglese a Livorno dal 1784 fino alla sua morte, avvenuta nel 1824.